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a3786647-ed06-490d-bf46-b83e2e91b7bbLode al Mercato, nostro Signore, benedicici col tuo frutto di magnifici dividendi ed immense ricchezze!”

Stavano ammassati davanti alla moltitudine di schermi emissari del Signore, nell’attesa dei risultati pregavano. “Lode al Mercato che ci rende liberi da ogni schiavitù! Sotto la sua immensa guida non temiamo africani, messicani, comunisti o ebrei! Lode! Lode!”

Lode al Mercato e al Toro benedetto le cui incornate ci portano fatturati di gloria. Che sia dannato l’Orso blasfemo portatore di sciagure e tragedie con le sue zampate sulfuree!”

Si agitavano come scimmie emettendo grugniti nell’attesa di un responso. Si unirono nel rituale di preghiera unendo i palmi delle mani e portandoli ripetutamente verso l’alto.

Su! Su! Su! Su! Su!” gridavano tutti in coro.

La Santa Linea era portatrice della parola del Signore e come qualsiasi elemento della loro religione non era affatto gentile. Oh no, qui siamo in America, dolcezza, non c’è spazio per carezze o pacche sulle spalle, qui le cose si guadagnano con il sudore della fronte. La Santa Linea poteva andare solo in due direzioni, su e giù. Stonks o Not Stonks. Tutte le scimmie si alzarono per avvicinarsi al monolite nero in procinto di sputare fuori il Vangelo. La fumata fu nera, nerissima. Le scimmie presero a disperarsi e ad abbattere le loro clave sul monolite.

La situazione precipitò in fretta ma prima che si riducessero a tirarsi materia fecale addosso con grande trionfo e clamore scelse dall’alto dei cieli il Salvatore. Accompagnato da scoppi di fuochi pirotecnici, saldo nella presa degli artigli dell’Aquila dorata, un maxi schermo 32K da un centinaio di pollici scese verso di loro. Così stellante, così strisciato!

Lode al Salvatore e figlio del Signore!” “Lode a colui che regna nei secoli!” “Lode al redentore che ha risollevato l’America e l’ha resa grande come era nel principio!” “Gloria al padre, al figlio e allo stipendio illimitato!” “Lode al Presidenti dei magnifici Stati Uniti d’America! Lode! Lode!”

Dalla terra santa del suo ufficio ovale, dimora di benessere e saggezza dorata, il Presidente prese parola divulgando la volontà del Signore.

Fratelli! Discepoli! Il Signore non è affatto felice oggi e ci ha ferito con un’atroce zampata d’orso. Sapete perché? Perché vogliono privarci della nostra sacra libertà! Vogliono toglierci la libertà di vivere, di amare, di lavorare e soddisfare con piacere le misere richieste del vostro misericordioso ed abbondante Mercato! Tutto questo per colpa dello stupido virus cinese! Perché gli infedeli sono spaventati dalla Kung-fluenza! Ma voi, miei prescelti, capite bene che la cura non può essere peggiore della malattia! Cosa sarebbe l’America, cosa sarebbe il nostro adorato Mercato senza la sacrosanta libertà?

Nulla! Nulla!” rispondono in coro.

Esatto! Solo voi potete porre rimedio a questa stortura infernale. Andate là fuori e fate sì che torni il sorriso a nostro Signore!”

Sì! Sì! Benedetto! Santo! Lode al Mercato! Lode!”

Andate, figli miei! Siate trionfanti e spietati come solo voi sapete fare ed i cancelli del Paradiso fiscale si apriranno per voi!

Paradiso fiscale! Sì! Attendici! Gloria! Gloria!”

Presero a cantare in coro durante la corsa agli equipaggiamenti nella nuova stanza da guerra.

Stonks! Stonks! Stonks! Stonks!”

Trovarono preziose maschere antigas ricoperte di diamanti per proteggersi dalla Kung-fluenza, lussuriosi machete dorati presi dalla forma delle corna del Toro per raccogliere abbondanti offerte. Infine, in fondo alla stanza, una gigantesca vasca di zaffiri e smeraldi ricolma della cocaina più pura che ci sia. Qui potevano rifornirsi liberamente con paletta e bustine a chiusura ermetica come se fossero in un negozio di caramelle dello sballo. Prima di uscire fecero tutti un tiro d’assaggio per caricarsi come si deve. Le scimmie diventarono gorilla, i pugni battuti virilmente sul petto mentre si liberavano dei loro completi eleganti, rigide divise del loro mestiere. Nudi, pronti per abbandonare il giardino divino della verde scienza economica ed entrare nell’habitat della natura incivile tra le strade dei poveri. Si riversarono per le strade con addosso solamente i calzini, i loro boxer bianchi e le maschere, una miriade di Walter White del pilot ma ancora più ridicoli. I loro addomi flaccidi ed abbondanti rimbalzavano ad ogni passo. “Lode al Mercato!gridavano prima di andare all’arrembaggio dentro le abitazioni. Il loro obiettivo principale erano gli anziani che con le loro debolezze molto poco americane ostruivano il sistema ed il flusso per il Mercato. Rotearono i loro machete in aria, sempre verso l’alto come le incornate del Toro. I rami secchi della società invece crollavano a terra verso la bancarotta come l’orso. Dopo aver falciato un buon numero di cariatidi offrirono all’Idolo del Toro. Speravano che i polmoni carbonizzati delle loro nonne fossero abbastanza per soddisfare il Mercato. Ripresero le preghiere controllando sugli smartphone gli aggiornamenti della Beata Borsa. “Su! Su! Su! Su!” imploravano portando le mani giunte in aria ma il risultato fu inflessibile: NOT STONKS!

Il grido delle scimmie si alzò implacabile al cielo, per il Mercato il sangue non è mai abbastanza, è un Signore molto difficile da soddisfare. Ma i pensieri delle scimmie vennero distolti da un rumore nefasto. Uno di loro iniz a tossire preoccupantemente e il resto si ammutolì. La scimmia inferma si levò la maschera e gli altri fecero un balzo indietro allarmate. L’infermo tentò di calmare le acque con un sorriso rassicurante. “Non vi preoccupate, ragazzi, sono sicuro non sia niente. Mi prendo un paio di giorni di malattia pagata per sicurezza e tornerò ad adorare il Mercato più forte di prima!

Il branco alzò un ruggito terrificante, quelle parole li terrorizzarono più di qualsiasi virus o malattia.

Malattia pagata?!

Qual è la tua assicurazione medica, bifolco? Paghi abbastanza i nostri fratelli delle assicurazioni?

Abbiamo un dannato comunista tra noi?!

Sono i nostri soldi duramente guadagnati quelli che stai rubando mentre poltrisci a casa, codardo nullafacente!

Le acque le aveva soltanto agitate di più con le sue parole, ma l’infermo non demorse.

Andiamo, ragazzi! Comunista? Non state un po’ esagerando? La guerra fredda è finita da un pezzo, non esiste praticamente più il comunismo…La scimmia malata si ritrovò nell’acqua fin sopra la testa, non poté neanche finire il discorso che il branco urlò agonizzante come se fossero stati appena costretti a pagare le loro tasse.

Mio Dio, abbiamo covato una serpe in seno tutto questo tempo!

Come abbiamo fatto a non accorgercene fino ad ora?

Deve essere un effetto del virus cinese per distruggere l’America.

Sì, l’ho letto anche io. L’hanno creato appositamente per creare più comunisti e schiacciare qualsiasi libertà e resistenza al regime.

Effettivamente nessuno può essere così stupido da diventare comunista di sua spontanea volontà. Ma questo vuol dire che è molto più letale di quanto pensassimo!

La scimmia comunista riuscì a vedere benissimo gli occhi assetati di sangue dei suoi colleghi nonostante le maschere mentre lo accerchiavano. Capì di essere arrivato ai titoli di coda e nei suoi ultimi istanti rinnegò e bestemmiò il suo crudele Signore.

Ciò porto il branco a colpire ancora più ferocemente la scimmia Iscariota e nel giro di qualche istante fu ridotto in poltiglia così finemente macellata da poterci assemblare un Hamburger, simbolo del corpo del Signore, da accompagnare ad una dissetante Coca-Cola rigorosamente di marca, equivalente del sangue del Signore. Sangue che come fontane ricoprì le scimmie che lo spalmarono addosso al Toro nella speranza di placare il Mercato dopo quel becero tradimento di uno dei suoi fedelissimi. Ma quello che le scimmie non realizzarono è che non era il sangue del Signore ma quello dei comunisti quello di cui erano zuppi sulla loro pelle nuda, le maschere potevano proteggere ben poco in questi casi.

Iniziarono quasi tutte a tossire copiosamente, si gettarono una addosso all’altra per evitare la diffusione del comunismo. I leader, portatori di titoli santi ed elevati come CEO o Vice Presidenti, erano rimasti dietro, lasciando il lavoro sporco agli altri. Adesso osservavano sconsolati quello spettacolo degenerato come se stessero assistendo ad una convention di Democratici. In quel momento non poterono fare altro che apparecchiare strisce di neve pura e bianca come quella di New York sotto Natale. Fecero sfrecciare i loro nasi su quella pista lunga quanto il Brooklyn Bridge, friggendosi le sinapsi. Sono maschi, bianchi, etero, americani e soprattutto repubblicani. Sono i cazzo di re del mondo, Di Caprio e McCounaghey al loro confronto sono due checche. Con le loro zampe si pulirono dalle macchie di neve residue sui loro completi firmati realizzati su misura. Più vicini al Sapiens che all’australopiteco non si sognerebbero mai di privarsi della loro divisa, del loro costume da supereroe. Fecero scattare i ganci delle loro valigette che si aprirono preziose ed abbaglianti più di quella di Pulp Fiction. Erano antiquate da secoli ma loro, uomini di un altro tempo per cui il tempo non scorre mai, non potevano di certo rinunciare al fascino e l’eleganza di una signora ventiquattrore. Tirarono fuori fucili da caccia in oro massiccio. Scaramanga, l’uomo con la pistola d’oro villain di James Bond, a paragone aveva solo un giocattolino. Era uno dei comandamenti del Santo Giardino Finanziario rimanere sempre ad una certa distanza dalle proprie azioni e dalle proprie Azioni, quei novellini non avrebbero mai più avuto occasione di metterlo in pratica e redimere i loro peccati. Riempirono il caricatore con pallottole di puro argento ed abbatterono il branco di scimmie ormai fuori controllo. Ma quei cadaveri andavano onorati, non potevano essere lasciati così, sarebbe stato uno spreco indecente. Presero numerosi contanti e carte di credito che nascondevano dentro mutande, calzini e maschere. Avrebbero potuto usarli per reinvestirli e redistribuirli saggiamente, per farne beneficiare il pubblico ma questa è l’America, tesoro. Non è una terra per signorine, cosa mai avevano fatto quei pulciosi comunisti per meritarsi quei soldi? Assolutamente nulla, erano rimasti a casa ingozzandosi di toast all’avocado, a bestemmiare contro il Mercato su Twitter con il loro nuovo Iphone. Fermi, senza portare beneficio o produzione alcuna, con la scusa della kung-fluenza, mentre loro si sporcavano letteralmente le mani di sangue per guadagnarseli. Perciò dopo un’accurata lavata di mani da fare invidia anche a Ponzio Pilato decisero di usarli per aumentare il valore delle proprie Azioni ricomprandole.

La sera vennero contattati di nuovo dall’immenso Presidente, le notizie erano nefaste. Il Mercato era crollato. Niente affatto soddisfatto, anzi, più adirato che mai scatenò l’ennesima Depressione economica su quegli stolti uomini che non donavano lui abbastanza sangue e moneta. Disoccupazione e povertà salirono alle stelle, la gente per le strade chiedeva le briciole. Il magnificente Presidente si affacciò dall’alto della sua pia residenza e sussurrò “Se hanno fame che mangino merda. In America le cose vanno meritate, zuccherini, non si regala niente a nessuno!

Dopo di che sospirò e tornò a collegarsi con i Sapiens sopravvissuti nell’Eden scrollando le spalle.

Beh, a questo giro è andata male. Adesso vi invio cinquecento mila ultrazilioni di dollari e domani iniziamo una nuova partita da capo, ok? Che sia lodato il magnifico Mercato!

Lode! Lode!

[RACCONTI IN 15 MINUTI] LENTA DISCESA NELLA FOLLIA

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Era una notte buia, senza luna e senza stelle. Il canto dei grilli riempiva l’aria vuota. Il cimitero era vuoto e desolato, scosso solo da terribili folate di vento che piegavano anche i rami più resistenti. Il lamento del vento si faceva sempre più forte fino a diventare assordante. Passi leggeri ed irregolari, a malapena udibili in quel tormento. Il suono impercettibile dei passi continua ad occupare l’aria venendo raggiunto da un cigolio di ruote. Scossoni delle ruote sopra i pezzi più accidentati seguiti dagli stessi passi irregolari. Fiori secchi vengono trasportati via in quel turbine di vento insieme a cartacce e rifiuti. Un bastone da rifiuti li ancora al terreno e li getta nel bidone montato sopra le ruote ma il vento li trasporta subito via rendendo inutile il lavoro. Il vecchio custode imprecò coperto dal vento e continuò il suo inutile lavoro.

Finalmente quel terribile vento sembrava essersi calmato per la gioia del custode che poteva raccogliere i rifiuti in tranquillità. Continuava ad aggirarsi tranquillo tra le tombe quando realizzò che il vento era sparito ma l’insolito lamento continuava incessante.

Il custode si fermò per tentare di capire la sorgente di quel lamento ma era distribuito attorno a lui in maniera equa. Continuò a far cigolare il suo carretto che per quanto irritante non lo infastidiva quanto quel lamento. Sapeva benissimo da dove proveniva il cigolio, ci era abituato, ma al lamento no. Gli scosse tremendamente i nervi ed imprecò di nuovo, questa volta senza essere coperto dal sibilo del vento. Riecheggiò per la terra desolata ed il lamento continuava incessantemente. Un nuovo strumento stava però per aggiungersi a quella sinfonia dell’orrore.

Un suono di percussioni, tonfo e sordo. Dapprima quasi impercettibile poi sempre più rumoroso, come se la terra stessa si stesse scuotendo irritata da quel lamento. Il custode, forse suggestionato da questi pensieri e forse da quel bicchierino di troppo, vide per davvero la terra muoversi.

Si arrestò all’istante e si stropicciò gli occhi ma la terra vibrava ancora, non poteva essere solo una sua suggestione. Quelle percussioni venivano ora interrotte regolarmente da dei colpi più secchi e decisi che scuotevano la terra e le viscere del vecchio. Ora anche il lamento si era fatto più insistente.

Le sue gambe avevano messo lì radici per la paura e non riuscivano a muoversi. Continuava ad osservare il terreno stupefatto e la sua attenzione fu attirata da un punto che vibrava più intensamente degli altri. Vide la terra gonfiarsi, sollevarsi e levitare come muffa.

Un cratere si era formato. Un incredibile odore di vecchio e di marcio infastidì le narici del custode. Chiuse gli occhi tanto era forte il tanfo e quando lì riapri vide un braccio. Un braccio scarnificato, ricoperto di pustole e vermi, salire lentamente da quel buco. Andava sempre più in in alto, come una trivella pronta a sfondare il cielo.

Quel tanfo si fece ancora più raccapricciante e potente e vide un altro braccio spuntare lentamente da un altro cratere. Lì vide ora occupare l’intera distesa come se stessero compiendo un’ola mano a mano che spuntavano. Il lamento era ora assordante.

Poteva sentirlo esplodere nelle sue orecchie mentre altri pezzi di terra si gonfiavano, lasciando intravedere delle orbite vuote e scheletriche, ruota panoramica di molti vermi. Denti gialli come la follia di cui erano dipinti spuntavano fuori ed il lamento occupò il cimitero con un boato assordante. Il vecchio imprecò più forte che mai, questa volta fu di nuovo coperto, ma la fonte di quella copertura non apparteneva a quel mondo. Da quel mondo stava sfuggendo anche la sua mente, incapace di sostenere tale macabro scenario. Un rivolo di sangue colò dal suo naso, sempre più incessante fino a quando non gli prosciugò tutte le forze e lo fece cadere a terra, in balia di quell’esercito portatore di follia.

[RACCONTI IN 15 MINUTI] B.Y.O.B.

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Uno, due. Uno, due. Marciamo senza sosta in questa terra maledetta. Fucile in spalla ed elmo ben calato sulla testa. Siamo soltanto dei rinnegati e dei poveracci, dei reietti. Nessuno sentirà la nostra mancanza ed è per questo che ci hanno mandato qui. Combattiamo una guerra che non ci appartiene.

Uno, due. Uno, due. Andiamo di fronte a un nemico la cui unica colpa è quella di esistere. E’ sabato sera, noi affondiamo nel fango mentre la gente comune festeggia spensierata. Noi in mano teniamo il calcio del fucile, loro un bicchiere da cocktail. Noi ci avviciniamo verso il nemico, pronti ad eliminarlo. Loro si avvicinano ad una bella ragazza, pronti a rimorchiare.

Non è la prima volta che accade, e sicuramente non sarà l’ultima. La battaglia inizia e ben presto si alza una tempesta di proiettili. Grida e morti da tutte le parti.

Punto il fucile tremando come una foglia contro colui che dovrebbe essere il mio nemico. Per quale motivo dovrei privarlo della sua vita? Cosa ha lui in meno di noi? Quegli attimi di esitazione sono fatali e lui ne approfitta piantandomi una pallottola in testa.

Mi accascio a terra ricoprendo il terreno di sangue. Me ne sto andando ma nella mia testa non scorre tutta la mia vita come fosse un flash, no. Un solo pensiero mi tormenta e credo che lo porterò con me fino all’inferno. Perché mandano sempre i poveri? Perché mandano sempre i poveri?

[RACCONTI IN 15 MINUTI] L’ATTESA UCCIDE

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Più fisso quel dannato orologio più ho l’impressione che si muova sempre più lentamente, inizio a credere che lo faccia apposta. L’ansia dell’attesa è terribile, mi sembra di morire.

Sono fermo in questa stazione sperduta da più di un’ora aspettando un treno che non arriva. L’ennesimo sciopero, una scusa come l’altra per non lavorare. Ci siamo soltanto io e la mia ragazza, d’altronde è notte fonda e molta gente neanche conosce l’esistenza di questo posto. Continua a parlare e parlare, non riesce a stare zitta un attimo.

Non vedo l’ora di tornare a casa e farmi una bella dormita. Finalmente sento l’annuncio di quella grottesca voce meccanica all’interfono: il treno sta per arrivare.

Vedo le luci del treno illuminare i binari e sento il suo fischio. Lei continua ancora a parlare, ora o mai più. La prendo di peso e la getto di sotto, tutti penseranno che sia un tragico incidente, nessuno sospetterà di me. Immagino che ora anche a lei sembrerà di morire in questa attesa. Il treno transita ed asfalta completamente quella che un tempo era la mia ragazza mentre io svanisco nella penombra.

Finalmente me ne sono liberato di un’altra, sono arrivato a dieci. Peccato però che dovrò aspettare molto per il prossimo treno, non credo che questo ripartirà immediatamente. Tanto vale andare a festeggiare la doppia cifra raggiunta.

[RACCONTI IN 15 MINUTI] IL SANGUE MALEDETTO

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Il sangue… Noi siamo creati e distrutti dal sangue. Il sangue è vita, cosa succederebbe quindi se questa viene distorta?

Una leggenda narra della piaga delle bestie provocata dal sangue maledetto, una rara malattia del sangue che muta le persone e le fa perdere totalmente la ragione.

Al solo pensiero mi gira la testa, non è di umana comprensione la sensazione che provi quando realizzi che tutto ciò è vero ed a farne le spese è la tua compagna.

Ogni notte il suo sonno viene destato e la cara dolce Annabelle, che mai ha fatto del male in vita sua, si ritrova privata della sua umanità. Le vesti si strappano, la pelle si dilata lasciando crescere una quantità ripugnante di pelo su tutto il suo corpo. Il muso si allunga mostrando degli spaventosi canini sbavando schiuma. Le mani si trasformano in zampe con artigli affilati. Il timido e docile agnello si tramuta nel feroce e violento lupo. Ogni notte diventa sempre più difficile tenerla a bada ed evitare che faccia stragi, non farle del male è impossibile. La mattina si risveglia nella sua fragile carne piena di ferite ma la parte più ferita è la sua mente, pienamente cosciente del suo macabro destino, ormai avariata dalla sua altra metà che la consuma sempre più.

Si fa di nuovo notte. Lei inizia a ringhiare, il primo segno della mutazione. Prima che perda totalmente il senno mi rivolge uno sguardo pieno d’intesa con le lacrime agli occhi. Annuisco e senza neanche il coraggio di guardarla negli occhi faccio fuoco con il mio archibugio mentre il sangue denso e malato che la attanaglia le schizza via dalla testa.

Cosa succede quando la vita viene distorta? Viene portato tutto via, rimane solo l’orrore, l’orrore di aver ucciso la propria moglie. Tutto ciò mi fa vorticare tremendamente la testa. L’archibugio è ancora fumante quando lo punto contro la mia testa. Quando tutto ciò che ti rimane è l’orrore perdi la testa, letteralmente. Bang!

[RACCONTI IN 15 MINUTI] ORNITOFOBIA

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Ogni volta che vado in città sono costretto ad affrontare il mio peggiore nemico, la mia peggiore fobia. Lo trovo dannatamente ingiusto, non potevo avere paura di ragni o serpenti come la gente comune?

Esco per strada ed affronto ogni singolo passo con la guardia alzata, osservando ogni minimo movimento pronto a scattare sulla difensiva. Puntualmente li trovo ad intralciare il mio cammino ed un brivido mi corre sulla schiena.

I loro occhi, vuoti e spenti, li sento puntati contro di me, li sento scavare nel profondo della mia anima.

Il loro passo calmo fa raggelare il sangue, dopo la quiete arriva la tempesta. Il loro modo di comunicare, ad una persona comune sembrerebbe ordinario, ma io so. So l’orrore che si cela dietro quei versi orrendi.

Con un disordine pari ad una classe di scolari si spostano confusi e si dirigono verso di me, pronti a banchettare con la mia carne.

Sento la fine arrivare, posso già scorgere i titoli di coda della mia vita.

Il sibilo di un’ auto che sfreccia di fianco a me rompe il momento e spazza via i titoli di coda, la proiezione continua. Loro, spaventati, aspettano l’ultimo momento per alzare in volo il loro corpo grassoccio con una grazia totalmente assente.

Si appostano su un cornicione scrutando le loro prossime vittime con i loro occhi gialli, pronti a tornare alla carica con i loro becchi demoniaci. Un’altra battaglia vinta, guerra che so di non poter vincere, prima o poi i miei nervi cederanno. Svolto l’angolo e mi trovo contro un nuovo stormo, tutto da capo. Maledetti piccioni, sono ovunque. Dio, quanto li odio…