[RACCONTI IN 15 MINUTI] B.Y.O.B.

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Uno, due. Uno, due. Marciamo senza sosta in questa terra maledetta. Fucile in spalla ed elmo ben calato sulla testa. Siamo soltanto dei rinnegati e dei poveracci, dei reietti. Nessuno sentirà la nostra mancanza ed è per questo che ci hanno mandato qui. Combattiamo una guerra che non ci appartiene.

Uno, due. Uno, due. Andiamo di fronte a un nemico la cui unica colpa è quella di esistere. E’ sabato sera, noi affondiamo nel fango mentre la gente comune festeggia spensierata. Noi in mano teniamo il calcio del fucile, loro un bicchiere da cocktail. Noi ci avviciniamo verso il nemico, pronti ad eliminarlo. Loro si avvicinano ad una bella ragazza, pronti a rimorchiare.

Non è la prima volta che accade, e sicuramente non sarà l’ultima. La battaglia inizia e ben presto si alza una tempesta di proiettili. Grida e morti da tutte le parti.

Punto il fucile tremando come una foglia contro colui che dovrebbe essere il mio nemico. Per quale motivo dovrei privarlo della sua vita? Cosa ha lui in meno di noi? Quegli attimi di esitazione sono fatali e lui ne approfitta piantandomi una pallottola in testa.

Mi accascio a terra ricoprendo il terreno di sangue. Me ne sto andando ma nella mia testa non scorre tutta la mia vita come fosse un flash, no. Un solo pensiero mi tormenta e credo che lo porterò con me fino all’inferno. Perché mandano sempre i poveri? Perché mandano sempre i poveri?

[RACCONTI IN 15 MINUTI] L’ATTESA UCCIDE

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Più fisso quel dannato orologio più ho l’impressione che si muova sempre più lentamente, inizio a credere che lo faccia apposta. L’ansia dell’attesa è terribile, mi sembra di morire.

Sono fermo in questa stazione sperduta da più di un’ora aspettando un treno che non arriva. L’ennesimo sciopero, una scusa come l’altra per non lavorare. Ci siamo soltanto io e la mia ragazza, d’altronde è notte fonda e molta gente neanche conosce l’esistenza di questo posto. Continua a parlare e parlare, non riesce a stare zitta un attimo.

Non vedo l’ora di tornare a casa e farmi una bella dormita. Finalmente sento l’annuncio di quella grottesca voce meccanica all’interfono: il treno sta per arrivare.

Vedo le luci del treno illuminare i binari e sento il suo fischio. Lei continua ancora a parlare, ora o mai più. La prendo di peso e la getto di sotto, tutti penseranno che sia un tragico incidente, nessuno sospetterà di me. Immagino che ora anche a lei sembrerà di morire in questa attesa. Il treno transita ed asfalta completamente quella che un tempo era la mia ragazza mentre io svanisco nella penombra.

Finalmente me ne sono liberato di un’altra, sono arrivato a dieci. Peccato però che dovrò aspettare molto per il prossimo treno, non credo che questo ripartirà immediatamente. Tanto vale andare a festeggiare la doppia cifra raggiunta.

[RACCONTI IN 15 MINUTI] IL SANGUE MALEDETTO

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Il sangue… Noi siamo creati e distrutti dal sangue. Il sangue è vita, cosa succederebbe quindi se questa viene distorta?

Una leggenda narra della piaga delle bestie provocata dal sangue maledetto, una rara malattia del sangue che muta le persone e le fa perdere totalmente la ragione.

Al solo pensiero mi gira la testa, non è di umana comprensione la sensazione che provi quando realizzi che tutto ciò è vero ed a farne le spese è la tua compagna.

Ogni notte il suo sonno viene destato e la cara dolce Annabelle, che mai ha fatto del male in vita sua, si ritrova privata della sua umanità. Le vesti si strappano, la pelle si dilata lasciando crescere una quantità ripugnante di pelo su tutto il suo corpo. Il muso si allunga mostrando degli spaventosi canini sbavando schiuma. Le mani si trasformano in zampe con artigli affilati. Il timido e docile agnello si tramuta nel feroce e violento lupo. Ogni notte diventa sempre più difficile tenerla a bada ed evitare che faccia stragi, non farle del male è impossibile. La mattina si risveglia nella sua fragile carne piena di ferite ma la parte più ferita è la sua mente, pienamente cosciente del suo macabro destino, ormai avariata dalla sua altra metà che la consuma sempre più.

Si fa di nuovo notte. Lei inizia a ringhiare, il primo segno della mutazione. Prima che perda totalmente il senno mi rivolge uno sguardo pieno d’intesa con le lacrime agli occhi. Annuisco e senza neanche il coraggio di guardarla negli occhi faccio fuoco con il mio archibugio mentre il sangue denso e malato che la attanaglia le schizza via dalla testa.

Cosa succede quando la vita viene distorta? Viene portato tutto via, rimane solo l’orrore, l’orrore di aver ucciso la propria moglie. Tutto ciò mi fa vorticare tremendamente la testa. L’archibugio è ancora fumante quando lo punto contro la mia testa. Quando tutto ciò che ti rimane è l’orrore perdi la testa, letteralmente. Bang!

[RACCONTI IN 15 MINUTI] ORNITOFOBIA

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Ogni volta che vado in città sono costretto ad affrontare il mio peggiore nemico, la mia peggiore fobia. Lo trovo dannatamente ingiusto, non potevo avere paura di ragni o serpenti come la gente comune?

Esco per strada ed affronto ogni singolo passo con la guardia alzata, osservando ogni minimo movimento pronto a scattare sulla difensiva. Puntualmente li trovo ad intralciare il mio cammino ed un brivido mi corre sulla schiena.

I loro occhi, vuoti e spenti, li sento puntati contro di me, li sento scavare nel profondo della mia anima.

Il loro passo calmo fa raggelare il sangue, dopo la quiete arriva la tempesta. Il loro modo di comunicare, ad una persona comune sembrerebbe ordinario, ma io so. So l’orrore che si cela dietro quei versi orrendi.

Con un disordine pari ad una classe di scolari si spostano confusi e si dirigono verso di me, pronti a banchettare con la mia carne.

Sento la fine arrivare, posso già scorgere i titoli di coda della mia vita.

Il sibilo di un’ auto che sfreccia di fianco a me rompe il momento e spazza via i titoli di coda, la proiezione continua. Loro, spaventati, aspettano l’ultimo momento per alzare in volo il loro corpo grassoccio con una grazia totalmente assente.

Si appostano su un cornicione scrutando le loro prossime vittime con i loro occhi gialli, pronti a tornare alla carica con i loro becchi demoniaci. Un’altra battaglia vinta, guerra che so di non poter vincere, prima o poi i miei nervi cederanno. Svolto l’angolo e mi trovo contro un nuovo stormo, tutto da capo. Maledetti piccioni, sono ovunque. Dio, quanto li odio…